Ho qui davanti a me i quadri di Gabriella Arduino. E dico “quadri” a ragion veduta, anche se in realtà sono tutti acquarelli su carta. Del quadro infatti, sia per la dimensione che per l´impegno, rivelano sempre un sicuro carattere, il senso cioè dell´opera definita e compiuta. È questa, a mio avviso, la prima considerazione da fare quando si guardano le sue immagini così persuasive e seducenti. Ciò dipende dal suo rapporto col mondo, che non è mai occasionale o periferico, ma ogni volta esclusivo, come se, da un tale rapporto, dipendesse la nostra sorte.

Eppure quale eleganza e levità in queste sue immagini! L´indice dell´incanto e della bellezza ne è il suo prezioso vademecum. Gabriella si muove con grazia, con raffinata perizia, così i suoi fogli hanno quindi una profondità delicata, quasi impalpabile. La sua visione supera la misura naturalistica senza tuttavia rinunciarvi. La verità delle cose, il dato reale, la fisionomia degli oggetti, dei paesaggi di natura e dei paesaggi urbani, l´attirano e la sollecitano, e tuttavia non la distraggono dal fine ultimo che deve favorire l´allusione, il simbolo, l´allegoria e il sogno.

Il profilo delle città e dei paesi, nelle sue opere, prende rilievo, ma senza mai la prepotenza del colore. In altre parole, il suo procedere dimostra una sommessa cautela, una particolare prudenza di toni e sfumature. Ciò fa parte del suo accento poetico, non tanto della sua timidezza. Da questo punto di vista, i suoi modi sono anzi di una sicura decisione, senz´altro frutto del suo garbo femminile, ma assai più della sua convinzione formale.

A Gabriella basta poco per far scattare il motivo lirico dalle sue immagini: a volte è la trasposizione, nel bel mezzo delle sue composizioni, di una presenza che ne decreta la fine: il fantasma di una gru minacciosa o di una catena che attraversa un´antica costruzione; a volte, le ciminiere fumanti delle fabbriche sullo sfondo delle città, oppure un cimitero di macchine; a volte ancora, le conchiglie o uno spartito lacerato per terra… Sono infatti molti i segni o gli indizi che possono fornire le informazioni opportune sulle situazioni segnalate dal suo sensibilissimo sismografo. Ma non è solo il momento negativo che Gabriella segnala.

Vorrei anzi dire che la struttura stessa del suo immaginario creativo le concede il privilegio di esaltare le doti positive e inestinguibili della nostra fortuna umana. Chi dà vita, come lei, ai termini segreti della bellezza, ha certamente il diritto di farlo, cioè di rivendicare il pregio e il valore di una simile felicità. Ed è proprio questo che Gabriella sa realizzare. Le sue immagini hanno il respiro che libera la fantasia dai suoi freni, sbrigliandola nello spazio dell´immaginazione più aperta. Ed è proprio su questa lunghezza d´onda che si compiono le sue soluzioni propizie.

I problemi che le si presentano, Gabriella li risolve con sottile intuizione dei propri mezzi tecnici e con le sue struggenti doti virtuali. È raro che entrambe non le rispondano. Tra dispiegata intonazione o più raccolta elegia, la sua ispirazione si comporta con fiducia. È così che viene a capo d´ogni difficoltà. La sua è comunque un´arte difficile perché è un´arte d´innocenza e al tempo stesso di bravura, di candore e di professionalità. Ed è con tale antitesi che gioca la sua partita. Eppure, antitetici non sono i risultati: sono, al contrario, di una incontaminata purezza e coesione. Come questo poi accada è il segreto, appunto, di Gabriella Arduino.

Mario De Micheli

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